martedì 23 luglio 2013


Inaugurata al Castello di Calatabiano la mostra
Codice Temporale di Silvio Porzionato
 
 

Codice Temporale di Silvio Porzionato è il titolo della mostra a cura del MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) di Catania, che, domenica 21 luglio 2013, è stata inaugurata  nell’incantevole cornice del Castello di Calatabiano.  In rassegna 112 dipinti che narrano l’incedere del tempo mediante volti di personaggi dalle suggestioni tangibili, attingenti al reale, nei quali è possibile riflettersi. La mostra rimarrà aperta la pubblico fino al prossimo 6 gennaio 2014. “Durante il mio primo soggiorno in Sicilia, dove mi sono recato per visitare il  museo MacS, ancora in costruzione, sono stato invitato dall’Ing. Sebastiano Di Prima e dal Direttore del MacS, Sig.ra Giuseppina Napoli, al Castello di Calatabiano - ha dichiarato Silvio Porzionato, autore di “Codice Temporale” -. Di fronte allo spettacolo del Castello, ho avvertito il grande fascino di quel luogo depositario di una storia millenaria e testimone delle civiltà del Mediterraneo che lo hanno abitato. Allora ho cominciato a pensare al tempo al modo in cui potevo, fuori dalle logiche scientifiche, filosofiche, storiche, apportare un mio personale contributo con gli strumenti che frequento e che mi sono propri. Il risultato di questo pensiero è  “Codice Temporale”,  una mostra che è un’istallazione pittorica creata per il Castello di Calatabiano e sul Castello di Calatabiano, per raccontare lo scorrere del tempo attraverso i volti dei miei personaggi. Il mio desiderio è quello di riuscire così a fondere il concetto del tempo che ho elaborato con quello che è espresso dal Castello: questo suggestivo Castello lo racconta attraverso le sue pietre, io attraverso le mie opere”. “In linea con la filosofia del MacS che intende perseguire un’unione tra passato e presente, tra antico e contemporaneo, in un dialogo con la storia dell’arte di tutti i tempi, abbiamo scelto di portare la personale “Codice Temporale” di Silvio Porzionato, talentuoso artista piemontese, in un luogo che unisce in sé tempo e memoria e che è il sito perfetto per apprezzare le straordinarie opere di questo artista che restituiscono visivamente il tempo dell’uomo - ha dichiarato Giuseppina Napoli, Direttore del MacS -. Il Castello di Calatabiano è infatti un sito storico tra i più importanti e suggestivi della Sicilia Orientale che, dopo un’imponente opera di restauro e innovazione tecnologica è oggi visitabile e frequentato da 40/50.000 visitatori l’anno che lì ritrovano la storia della civiltà e dei popoli del Mediterraneo. Nelle sale del Castello verrà ospitata la personale “Codice temporale” che è un’istallazione contemporanea-figurativa; si tratta di 112 tele create appositamente dall’artista che è rimasto così colpito e suggestionato da questo luogo millenario, tanto da volerlo “vestire” con una mostra il cui tema è il tempo inteso cronologicamente e percepito dall’uomo nell’unico modo reale, cioè attraverso il suo scorrere fisico, lo scorrere del tempo sull’uomo”. Il concetto di tempo così come l'arte stessa sono invenzioni e prerogative tutte e solo umane, strettamente legate fra di loro - ha commentato il Curatore Artistico del MacS, Alberto Agazzani -. È infatti anche per vincere la misteriosa fatalità del tempo ed il vuoto che esso provoca che i nostri antenati inventarono l'arte, ossia un “mezzo” in grado di donare immortalità alla memoria di coloro divorati dall'insaziabile e ineluttabile voracità di Chronos. Il ritratto, dunque, sin dalla sua origine sacra, quel velo della Veronica modello di ogni icona ortodossa, nasce per riempire il vuoto che l'oblio del tempo provoca, tramandando una memoria oltre e attraverso il tempo stesso, così tentando di vincerne il terribile, fatale oblio. Nel Castello di Calatabiano, luogo nel quale millenni di storia trovano forma e sostanza, Silvio Porzionato, ritrattista infallibile e come tale fine psicologo, lancia la nuova, inedita sfida a Chronos attraverso un'installazione composta da oltre cento ritratti, ognuno dedicato ad ogni anno di una ideale vita: una galleria sterminata di “specchi di Chronos” resa ancor più suggestiva dalla severità delle mura millenarie del castello. Significativo e concettualmente centrale risulta la circostanza per la quale i soggetti di questi ritratti appartengono ad una normale e qualunque quotidianità, scelta che trasforma ogni tela in una sorta di ideale specchio attraverso il quale osservare lo scorrere del tempo sul volto e nell'anima di ognuno di noi, cogliendo in maniera vivida, profonda e psicologicamente sottile, come solo la pittura può compiere, quell'inquietudine o serenità fuggente e sfuggente sottesa fra un attimo “che non è più” ed uno “che non è ancora”. Attimi di cosciente consapevolezza che nel loro insieme trasformano ognuno dei nostri volti (e quindi delle nostre vite) in simulacri di storie in costante divenire, uniche ed irripetibili”.
R.S.

 

 

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