giovedì 30 maggio 2013

Donne strappate alle vita






In quest’ultimo anno 2013 i casi di femminicidio e di stupro hanno preso il sopravvento, quasi ogni giorno sentiamo dai mezzi di informazione notizie di cronaca che riguardano i casi citati precedentemente, molto spesso con un risvolto negativo, con l’uccisione della compagna, della ex, della moglie o della ragazza, pochi sono i casi in cui la vittima con tutte le sue forze cerca di salvarsi, e da quest’ultima azione solo per essersi difesa, l’uomo, l’ex, che non accetta la fine di un rapporto, il compagno spesso di una vita, cerca di prevaricare con tutte le sue forze su quel corpo indifeso, già picchiato, massacrato di botte o difettato, con qualche osso rotto, o ancor peggio estirpata violentemente la bellezza di quella donna, sfigurata, anche con quella diabolica sostanza, che toglie il respiro, che mangia la pelle, che non lì permetterà di specchiarsi e di vedere il proprio volto, il proprio corpo, ma dentro solo un enorme vuoto, una non comprensione del gesto di quell’ uomo di cui tanto si era innamorata.  
Un raptus, un gesto folle, incontrollabile che colpisce ferocemente l’ uomo, forse quell’ uomo geloso, possessivo, che pensa di avere una proprietà esclusiva della propria donna, intesa non di appartenenza di un sentimento che lì lega, ma di appartenenza oggettiva, malata, irrefrenabile, che urta il suo io meschino e dominatore, attribuendo alla donna il compito di obbedienza assoluta, solo per danneggiare e passarsi il capriccio di manifestare quel sentimento che nutre di frustrazione, insoddisfazione e di malessere, che lo percuote da tempo e lo avventa sulla donna che possiede, quel sentimento di amore che è solo suo e di nessun altro, oppure avventandosi sulla prima donna che ha mirato, che accidentalmente si trova nel posto e nel momento sbagliato.
L’ultimo caso feroce, divulgato ed appreso dalle notizie di cronaca in questi giorni, ha colpito una giovane ragazzina adolescente, di soli 16 anni e tutta una vita davanti, che le è stata strappata spietatamente e disumanamente la sua esistenza. Uccisa con 20 coltellate e poi appiccato il fuoco, su quel corpicino ancora vivo, è quello che è stato dichiarato, dopo insistenze, dal fidanzato della vittima, sotto interrogatorio dal pm della Procura di Rossano. Giustificando il suo gesto, senza neanche un minimo di pentimento per la gravità compiuta, dichiarando, che la giovane ragazza l’aveva aggredito, e lui l’ ha accoltellata, più volte, il tutto era iniziato con la lite rivolta alle frequentazioni nel periodo in cui avevano interrotto la relazione.
Gli amici di Fabiana raccontano di un rapporto morboso nei confronti della ragazzina, fino ad arrivare, spesso, il giovane fidanzato a picchiarla. La famiglia non vuole parlare, è chiusa nel proprio dolore, la mamma della ragazza rivuole indietro sua figlia, uccisa barbaramente ed ingiustamente.
La rabbia del Paese esplode già nella serata del ritrovamento del cadavere carbonizzato della ragazza e del fermo del ragazzo, la famiglia conosciuta in paese per le attività commerciali del padre, gli abitanti di Corigliano Calabro, dichiarano: “Troppo grande quello che ha fatto, dovrebbero ammazzarlo”. L’arcivescovo del paese, interviene: “Mi auguro che si stronchino i toni accesi della rabbia e della vendetta e si trovino i gesti di solidarietà, amore, perdono per non far sentire sole le vittime di questa tragedia, gesto orribile e violento che certamente esige una condanna precisa”.
Non sò fino a che punto si possa perdonare per gesti ignobili, disumani come questo, uccisa atrocemente per gelosia. Genitori, parenti, amici della vittima cercano dentro di loro di ritrovare quell’equilibrio meditato e spezzato, che mai risanerà quell’assetto famigliare costruito e voluto.
Il ruolo della donna nella nostra società è molto cambiato rispetto a qualche anno fa, la sua emancipazione, la sua indipendenza ha portato nell’uomo la non attribuzione di un assoluto potere, ma l’alleanza di poter governare insieme. Oggi giorno la donna assume all’ interno della società compiti, responsabilità, che molte volte scavalcano l’ uomo, quell’ uomo costruito secondo un preciso schema regresso, che non vuole essere comandato, solo perché è al di sotto di un capo donna, e pensa di poter permettersi di fare e dire tutto ciò che vuole, ma non è così, è una classificazione di un uomo sciocco, prepotente, che non ha regole, ma che le impone agli altri, quelle regole stesse che sono tanto fondamentali per il quieto vivere civile, che vengono scavalcate molte volte da atteggiamenti aggressivi, disonesti, come il caso annunciato del fidanzato geloso, a cui non  rimarrà nulla, ma solo le immagini, il pensiero dell’ orribile omicidio, gesto di follia da cui verrà sempre visto con occhi di sfiducia, ma che adesso nell’omicida, condannato, per sempre, dal gesto orribile commesso, questo aspetto sottile è trascurato. 
Elisa Spampinato

Nessun commento:

Posta un commento