giovedì 30 maggio 2013

Poesia che mi guardi di Antonia Pozzi




Poesia che mi guardi propone una ri-lettura dell'opera di Antonia Pozzi, poetessa che morì suicida, nel 1938, appena ventiseienne, attraverso la lettura di alcuni suoi testi, di home-movies che la ritraggono in scene di vita familiare, con amici, mentre gioca a tennis, mentre nuota, e ancora di fotografie in bianco e nero che l'artista scattò e che raffigurano paesaggi, spesso solitari.
A questo piano narrativo, se ne sovrappone uno contemporaneo. Maria, una regista di cinema, voce narrante del film, è affascinata dalla poesia di Antonia Pozzi, ne studia l'opera e decide di ricercare il mondo e i personaggi della sua vita. Nel suo progetto di riscoperta dell'opera della poetessa milanese ai giorni nostri, la donna riesce a coinvolgere un gruppo di studenti universitari che, nel capoluogo lombardo, sui muri della città, diffondono le loro poesie in forma anonima.
Marina Spada alterna il suo lavoro di docente presso la Scuola di Cinema di Milano con l'attività di regista e di produttore esecutivo. Ha esordito nel lungometraggio con Forza cani, e il suo lavoro successivo, Come l'ombra, è stato presentato alle Giornate degli Autori, nel 2006.
Stilisticamente ricercato, Poesia che mi guardi, nelle intenzioni dell'autrice, vuole essere "una riflessione sulla poesia e sulla sua necessità. Amo la poesia e amo i poeti perchè danno voce, coraggiosamente, a ciò che di solito è taciuto. Antonia Pozzi, in particolare, mi aveva fulminata perché la sua poesia è libera, carnale, sincera".
Il film riesce a restituire almeno parzialmente la spinta e la ricerca della poetessa, anche se la parte contemporanea che ritrae i giovani e la protagonista del film non è sempre all'altezza, lasciando poco spazio all'espressività e alla liricità dei testi, col rischio di soffocarne la potenza evocativa.

Muhammed Alì

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