Falcone e Borsellino
Due vite
dedicate alla lotta alla Mafia
Maggio -
Luglio ’92, a Capaci ed in via d’Amelio, in date ravvicinate, la mafia colpisce
due giudici impegnati contro la criminalità organizzata, Falcone, compresa la
moglie, e Borsellino, a fargli da scudo gli agenti di scorta uccisi
nell’attentato. Giudicati estremamente pericolosi e ritenuti “vecchi nemici di “Cosa
nostra”, già agli inizi degli anni ’80 con decisione venne dichiarata la loro
morte, e definita nel ’91 dal Capomafia di Corleone, Salvatore Riina. Nel ’92
vennero riprese le immagini dell’attentato. Dopo 19 anni, è stato rilevato un
importante dettaglio, una presunta agenda rossa, che coinciderebbe con quella
di Borsellino, ancora oggi scomparsa. Il procuratore, Lari, dichiara: “Verranno
effettuate tutte le verifiche per accertare la verità”. Inoltre venne prosciolto
per mancanza di prove un ufficiale dei carabinieri, indagato per essere stato
ripreso con la valigetta di Borsellino, che si dirigeva nella direzione opposta
all’attentato, ritrovata vuota nell’auto
vicino al corpo.
Ad oggi l’
esposto anonimo, inviato al pm di Palermo, Di Matteo, ha aperto un fascicolo
riguardante i dettagli citati nel dossier e le presunte trattative Stato – mafia,
dichiarando il procuratore capo di Caltanissetta, Lari: “Vi sono in atto delle
verifiche investigative, non posso dire come ci stiamo muovendo, ma posso
assicurare che lo stiamo facendo con la massima prudenza”. Sono passati 21 anni
dagli attentati che hanno turbato l’ Italia, dal 2002 viene celebrata la
cerimonia di commemorazione di tutte le vittime delle stragi mafiose, in un
progetto promosso dal Miur e dalla fondazione Giovanni e Francesca Falcone, in
cui parteciperanno più di 1300 studenti che salperanno nelle 2 Navi della
legalità, ribattezzate Giovanni e Paolo, dirette a Palermo nell’aula bunker del
maxi-processo, Ucciardone, per dire “No alla mafia” e per “non
dimenticare”.
La mafia
ancora esiste, le stragi, i depistaggi nelle indagini, gli accordi segreti tra
Stato – mafia e gli esponenti corrotti delle istituzioni continuano ad esserci,
ma qualcosa è cambiato. Dallo sforzo di tanti uomini di giustizia per
sconfiggere la criminalità organizzata al ridimensionamento del potere mafioso,
decapitando la cosiddetta “cupola”,
annientata dalla perseveranza dei due giudici che hanno lottato contro la
mafia.
Citando
alcune dichiarazioni di Falcone e Borsellino: “La mafia non è invincibile, è un
fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”; “Sono
morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e
dobbiamo pagarlo, continuando la loro opera…dimostrando a noi stessi e al mondo
che Falcone è vivo”; “In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato, che
lo Stato non è riuscito a proteggere…si muore generalmente perché si è soli o
perché si è entrati in un gioco troppo grande”; “La sua vita è stata un atto
d’amore verso questa città, verso questa terra che lo ha generato”.
Elisa Spampinato
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