giovedì 30 maggio 2013

Falcone e Borsellino



Falcone e Borsellino

Due vite dedicate alla lotta alla Mafia

Maggio - Luglio ’92, a Capaci ed in via d’Amelio, in date ravvicinate, la mafia colpisce due giudici impegnati contro la criminalità organizzata, Falcone, compresa la moglie, e Borsellino, a fargli da scudo gli agenti di scorta uccisi nell’attentato. Giudicati estremamente pericolosi e ritenuti “vecchi nemici di “Cosa nostra”, già agli inizi degli anni ’80 con decisione venne dichiarata la loro morte, e definita nel ’91 dal Capomafia di Corleone, Salvatore Riina. Nel ’92 vennero riprese le immagini dell’attentato. Dopo 19 anni, è stato rilevato un importante dettaglio, una presunta agenda rossa, che coinciderebbe con quella di Borsellino, ancora oggi scomparsa. Il procuratore, Lari, dichiara: “Verranno effettuate tutte le verifiche per accertare la verità”. Inoltre venne prosciolto per mancanza di prove un ufficiale dei carabinieri, indagato per essere stato ripreso con la valigetta di Borsellino, che si dirigeva nella direzione opposta all’attentato, ritrovata  vuota nell’auto vicino al corpo.
Ad oggi l’ esposto anonimo, inviato al pm di Palermo, Di Matteo, ha aperto un fascicolo riguardante i dettagli citati nel dossier e le presunte trattative Stato – mafia, dichiarando il procuratore capo di Caltanissetta, Lari: “Vi sono in atto delle verifiche investigative, non posso dire come ci stiamo muovendo, ma posso assicurare che lo stiamo facendo con la massima prudenza”. Sono passati 21 anni dagli attentati che hanno turbato l’ Italia, dal 2002 viene celebrata la cerimonia di commemorazione di tutte le vittime delle stragi mafiose, in un progetto promosso dal Miur e dalla fondazione Giovanni e Francesca Falcone, in cui parteciperanno più di 1300 studenti che salperanno nelle 2 Navi della legalità, ribattezzate Giovanni e Paolo, dirette a Palermo nell’aula bunker del maxi-processo, Ucciardone, per dire “No alla mafia” e per “non dimenticare”.    
  
 La mafia ancora esiste, le stragi, i depistaggi nelle indagini, gli accordi segreti tra Stato – mafia e gli esponenti corrotti delle istituzioni continuano ad esserci, ma qualcosa è cambiato. Dallo sforzo di tanti uomini di giustizia per sconfiggere la criminalità organizzata al ridimensionamento del potere mafioso,  decapitando la cosiddetta “cupola”, annientata dalla perseveranza dei due giudici che hanno lottato contro la mafia.

Citando alcune dichiarazioni di Falcone e Borsellino: “La mafia non è invincibile, è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”; “Sono morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo, continuando la loro opera…dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo”; “In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato, che lo Stato non è riuscito a proteggere…si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande”; “La sua vita è stata un atto d’amore verso questa città, verso questa terra che lo ha generato”.


Elisa Spampinato

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